Nell’ambito delle numerose serate organizzate per “Vibo Capitale italiana del libro 2021” lo storytailor Piero Muscari ha incontrato, il 27 novembre a Palazzo Gagliardi, il giornalista calabrese Tommaso Labate, firma importante del “Corriere della sera”, stimato opinionista e conduttore tra i più famosi di Radio due. Co-conduttore insieme a me della piacevolissima serata, il Presidente del consiglio Comunale di Vibo Valentia, Rino Putrino, appassionato di calcio, con il quale ho avuto modo di condurre, in passato, altre manifestazioni. Labate, da sempre appassionato dell’Inter, ci ha presentato il suo ultimo libro: “Interista social club. Viaggio al termine delle nostre notti insonni nell’anno dello scudetto”.
Prima di entrare nel merito dei contenuti, l’autore ha salutato i vari rappresentati delle istituzioni presenti in sala (diversi Consiglieri regionali neo-eletti e Assessori comunali) e si è complimentato con Vibo, e con la Calabria, per il prestigioso riconoscimento e per l’eccellente programma messo in campo.
Quanto al volume, Labate sostiene di aver voluto redigere un libro sull’Inter che fosse diverso da tutti gli altri scritti sull’argomento, che vertono sostanzialmente su due temi ritenuti essenziali: l’Inter di Helenio Herrera e il cosiddetto “triplete” di Mourinho (nel 2011 i nerazzurri hanno conquistato nella stessa stagione lo scudetto nel campionato italiano, la Coppa Italia e la prestigiosissima Champions League, battendo nella finale di Madrid il Bayern Monaco): narrazioni mainstream da cui il libro, che è un po’ un saggio, un po’ un romanzo e un po’ un diario, esula. E quindi ecco un racconto diverso, da parte di chi considera il calcio qualcosa di molto serio. Infatti, secondo Labate, il tifo per il calcio è qualcosa di più e di diverso da una storia d’amore o da una fede: è una condizione dell’essere.
Se si tifa per una squadra fin da piccoli, la si segue secondo riti ben precisi, che rispondono a una ratio che il non tifoso misconosce completamente. L’autore prende le mosse dalla vittoria dello scudetto del 2021 da parte dell’Inter per condurre il lettore alla scoperta di questa ratio, con un viaggio nell’ “interismo”. Una riflessione serrata, quella di Labate, che investe sport e costume, cultura e politica e, infine, tutta la società italiana nel suo complesso. Ed eccolo il viaggio al termine di notti insonni: sull’onda dei ricordi, emergono momenti felici, come la conquista dello scudetto nel 2008, o delusioni cocenti, come il titolo perso all’ultima giornata il 5 maggio 2002, data paradigmatica dalla quale l’autore prende spunto per “esplodere” uno dei capisaldi della sua vision interista.
Se, com’è facile supporre, c’è una piccola percentuale di pessimismo in ogni persona, lo è altrettanto che nel tifoso di calcio – e in specialmente in quello dell’Inter – questa percentuale è più elevata. È come un “ottavo vizio capitale”, latente, che, “ab origine”, lo accompagna sotterraneamente, sempre in sordina, nell’altalena di emozioni in cui vita e passione per il calcio si mescolano fino a essere una cosa sola. Segue una girandola di date significative, le quali segnano, sincronicamente, eventi importanti, nel bene e nel male, non solo per la squadra ma anche per il Paese.
Molto stimolante e dinamico tutto l’incontro, reso ancora più vivace dalla capacità dialettica e dall’ironia di Labate, dagli interventi sempre puntuali di Putrino e dalle domande del pubblico, competente e interessato.