A Vibo Capitale del libro 2021 una gustosa due giorni sul cibo

Ho organizzato e moderato una due giorni, riservata al cibo, cui hanno partecipato tanti ospiti illustri.

Vibo Capitale Italiana del libro - cibo

A Vibo Capitale del libro 2021 una gustosa due giorni sul cibo

Ho organizzato e moderato una due giorni, riservata al cibo, cui hanno partecipato tanti ospiti illustri.

La Capitale del libro 2023 è Genova, proclamata stamattina con una cerimonia che è svolta nella sala Spadolini del Ministero della Cultura.

La motivazione:

Per l’ampiezza e l’organicità della sua proposta culturale la città di Genova è stata all’unanimità individuata come “Capitale Italiana del Libro 2023” pur in presenza di altri progetti qualitativamente elevati e meritevoli di attenzione.

La scelta ha tenuto presenti i programmi di valorizzazione e integrazione tanto dell’articolato sistema bibliotecario del territorio comunale quanto, più in generale, delle collezioni e del patrimonio storico, artistico e letterario attraverso iniziative che vanno dalle visite virtuali delle strutture bibliotecarie alle mostre temporanee, dalle attività formative del corpo docente al coinvolgimento di giovani e anziani nei programmi di lettura.

Sono state anche apprezzate iniziative già consolidate – dal Festival della Storia a quello della Scienza fino alle mostre dell’editoria e alle fiere del libro – che contribuiscono a rendere il libro anche strumento di crescita civile e di integrazione sociale.

In particolare poi è stata apprezzata la capacità di “fare sistema” attraverso il ricorso ad energie pubbliche e private in grado di contribuire alla realizzazione di un programma idoneo a generare un ritorno per la città sia di immagine sia in termini economici.

Capitale del libro 2023, le parole del sindaco

“Sono commosso, contento e soprattutto orgoglioso” ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci. “Nonostante quello che è successo negli anni scorsi siamo riusciti a creare una rete un sistema di cultura assolutamente unica di cui siamo orgogliosi”.

“Il nostro progetto “Genova a parole spiegate” contribuirà all’innalzamento culturale della città influenzando i cittadini, i turisti e tutti quelli che fanno business e avrà una ricaduta unica che darà ricchezza alla città” ha aggiunto Marco Bucci commentando la nomina di Genova a capitale italiana del Libro per il 2023.

“Essere la capitale italiana del libro per noi è importante e ne siamo orgogliosi – ha sottolineato ancora Bucci -, per questo investiremo molto nelle biblioteche. La nostra volontà è quella di aprirle in orari diversi da quelli attuali come il dopo cena o durante la notte oltre a portare in città personaggi importanti che possano leggere e raccontare i libri in pubblico o nei teatri”.

“Qualcuno per criticarmi ha detto che sono espressione di una cultura ‘libresca’: per me è un complimento. Il libro prima ancora che strumento culturale è momento di crescita etica del cittadino” e “la lettura è fondamentale per crescere le nuove generazioni”. Ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in occasione della proclamazione di Genova Capitale del libro 2023. ù

Il ministro, anche sulla scorta delle statistiche “che conosciamo bene” ha sottolineato la necessità di “implementare la lettura come momento diffuso”. “Basta fare un giro in metropolitana per vedere nelle mani dei passeggeri tanti smartphone e pochi libri”.

Ma basterebbe poco: “Io stesso – ha raccontato il Ministro – che ora ho molti impegni, mi sono imposto una disciplina: almeno un libro al mese. Perché il patrimonio di ricchezza che trovi dentro un libro è importante per la tua dimensione spirituale, dell’essere: è vero dopo aver letto un libro non siamo più le stesse persone che eravamo prima”.

Genova si aggiudica il titolo di Capitale italiana del Libro 2023 grazie al suo progetto “A pagine spiegate!”. La giuria, nominata dal ministro della Cultura e presieduta dal professore Francesco Perfetti, lo ha scelto tra 6 progetti finalisti rispetto a quelli delle 14 località candidate.

Il progetto punta a mettere “in rete l’intera città con lo scopo di consolidare il sistema culturale e, attraverso questo, aumentare la coesione territoriale”. Tra gli obiettivi c’è anche “il lavoro con e per le comunità, che vede il libro e quanto idealmente da esso deriva come motore verso la consapevolezza”. Il titolo del progetto è mutuato dal linguaggio marinaro e dalla tradizione marittima che da sempre caratterizza la città di Genova:

“le vele si spiegano per raccogliere tutto il vento possibile. Così può accadere per questa città: le pagine vengono spiegate – aprendo i libri, rendendoli accessibili, dando forma a storie e memoria – per essere strumenti, proprio come vele al vento, di conoscenza, valorizzazione e crescita ma anche di cittadinanza e movimento verso il futuro”.

Genova è la quarta Capitale italiana del libro dopo Ivrea nel 2022 e Chiari (BS) nel 2020.

Fonte dell’articolo www.ansa.it

“Vibo Capitale Italiana del libro 2021”,  che si articola in una serie di eventi che dureranno fino a maggio 2022,  in qualità di direttore artistico, Piero Muscari, ha organizzato e moderato una due giorni – trasmessa anche in diretta streaming su vari social – riservata al cibo, cui hanno partecipato tanti ospiti illustri. Diversi i libri presentati, tutti di grande interesse, cui si è unità la possibilità di degustare le delizie più rappresentative della gastronomia calabrese. “Desidero ringraziare il sindaco Limardo che, sin dall’inizio, mi ha esortato a “osare”, individuando anche nuovi format per far sì che Vibo potesse distinguersi nel panorama nazionale non solo per competenze e capacità ma anche per la creatività.” dice il conduttore e giornalista. La due giorni è iniziata venerdì 10, alle 17.00, con Filippo Arillotta che ha presentato il suo volume, edito da Kaleidon, “Storia fantastica del Bergamotto di Reggio Calabria.  Fra re in esilio, poeti, giardinieri, speziali e pasticcieri. La lunga storia dell’agrume più amato al mondo”. Quest’ultima detiene, infatti, la produzione esclusiva a livello mondiale del frutto che costituisce un componente essenziale di tutti i profumi del mondo. Muscari ha discusso con Arillotta dell’interessante excursus presentato nel libro, che narra con dovizia di testimonianze documentali  che cosa ha rappresentato dal ‘600 fino ad  oggi questo magico frutto da cui si ricava l’essenza che è alla base di ogni profumo prodotto al mondo e che, da alcuni anni, è stato valorizzato anche in campo gastronomico, donando vere delizie di cui per secoli si è ignorata la prelibatezza. Un frutto unico, che solo Reggio Calabria ha la fortuna di possedere e che, dopo diversi tentativi falliti di impianto in altri luoghi e di creazione di omologhi chimici, ha rivelato ancora di più la sua eccezionalità. Il libro ne ricostruisce la storia  fra  XVII e XVIII secolo, attraverso decine di testimonianze capaci di restituire un quadro socio-economico molto ampio, di cui il Bergamotto è stato protagonista esclusivo. Dopo il bergamotto, e dopo una pausa di intrattenimento con Carmine Faraco, è stata la volta di un altro protagonista indiscusso delle nostre tavole, il pane. Per questo è intervenuta Pina Oliveti, autrice del libro “Le donne del pane. Cuti: storia di rughe, profumi e memorie”, edito da Pellegrini. Il pane di Cuti, rione di Rogliano, è un rito, oltre che un mito, fatto rivivere dalla famiglia Alessio, di cui Pina fa parte, che ha “ereditato” dalle donne che un tempo lo facevano la tradizione sapiente dei gesti e dei tempi che lo hanno reso famoso ben al di là del territorio in cui viene prodotto. Pina Oliveti è riuscita a raccogliere nelle pagine del libro la memoria delle “donne del pane”,  facendosi  raccontare tutto, non solo ingredienti e gesti, ma anche amore e devozione con i quali veniva alla luce questo alimento semplice e straordinario al tempo stesso. Alle 19, infine, per chiudere degnamente la serata, il cooking show “Il Bergamotto di Reggio Calabria e le sue declinazioni”,  a cura di Anna Aloi, con gli chef Alessio Sorce e Letizia Deni. La AloiGastronoma, Sommelier, Personal Food Coach, conduce con successo, da 9 edizioni, la trasmissione di cucina e prodotti identitari “A Casa tua”, trasmessa da vari circuiti di TV regionali e web. A seguire, dalle 20.00, “Una dolce tradizione a confronto “Pitta china vs Pitta Mpigliata con l’IIS “L. Da Vinci” di San Giovanni in Fiore (Cs) e la pasticceria De Fazio di Sersale (Cz) e, infine, una degustazione esperienziale, “Pani, companatici e dolci di Calabria”,  con l’IPSEOA E. Gagliardi di Vibo Valentia. Anche la prima parte della serata di sabato 11 dicembre è stata dedicata al re delle tavole calabresi, il piccantissimo peperoncino, discutendo di un prezioso volume, “Vip: Very Important Peperoncino”, firmato da Francesco Spanò, Erminia Gerini Tricarico e Massimo Lopez, uscito a Ottobre del 2021 per Gangemi Editore. Piero Muscari ha presentato il libro in diretta da Palazzo Gagliardi, in compagnia di uno degli autori, Francesco Maria Spanò, che è anche ambasciatore dell’Accademia del peperoncino di Calabria, e di Enrico Pirro, la cui storia è narrata nel volume presentato: Pirro, il re della pasta calabrese, è un importante imprenditore nel campo alimentare, la cui industria dà lavoro a oltre 130 persone ed esporta il suo prodotto in 36 paesi del mondo. Come ha spiegato Francesco Maria Spanò – giurista con un passato da pubblicista, oggi direttore delle risorse umane dell’Università Luiss Guido Carli, tra i promotori della candidatura di Gerace a sito del Patrimonio mondiale dell’umanità (UNESCO), nonché Membro del Comitato Scientifico dell’Associazione I Borghi più belli d’Itali  – “Vip: Very Important Peperoncino” non un libro qualsiasi, ma  IL LIBRO sul peperoncino –  celebra l’utilità e l’importanza di un ingrediente che non è più solo circoscritto alle tavole della Calabria e del Sud Italia, ma è protagonista a tutti gli effetti del Made in Italy. “Se c’è un prodotto del made in Italy che, prima ancora di essere un’economia, è antropologia e modo di essere e di sentire dove regna l’anarchia, – scrive Spanò – questo è il peperoncino.” Il libro snoda i suoi contributi in un’immaginaria Agorà in cui si incrociano i discorsi di autori che, narrando le mille storie di questo straordinario alimento, raccontano anche se stessi con la speranza di incontrarsi e di conoscersi (il volume è stato, infatti, redatto durante il lockdown nel corso dell’emergenza pandemica).  Nei vari capitoli il peperoncino viene analizzato in tutte le sue declinazioni: al  lettore  è offerta la possibilità di conoscere l’universo del peperoncino in tutta la sua ampiezza, anche scientifica e medica. In modo particolare, dopo una parte prettamente storica, sono spiegate le sue proprietà curative, con pagine interessanti del celebre oncologo Massimo Lopez; ma ci sono anche capitoli dedicati all’eros, al mito, all’antropologia e alla poesia. Insomma un excursus completo, mai visto in nessun libro finora dedicato all’argomento. A seguire, dopo il momento”ludico” cui ha partecipato  il “fenomeno” Federico Palmaroli, detto Osho, che ha presentato “Carcola che ve sfonno” (la nuova raccolta di strisce comiche protagoniste, da febbraio, di una serie televisiva in onda su RaiPlay), nella II parte della serata si è discusso del testo “La via italiana dello Stoccafisso”, a cura dell’Accademia dello Stoccafisso di Calabria, per le edizioni Lyriks, con la partecipazione del curatore, il regista e scenografo Nino Cannatà,  nonché Vicepresidente dell’Accademia dello Stoccafisso di Calabria, affiancato da uno dei coautori del volume, il noto agronomo Rosario Previtera, e dagli ambasciatori della suddetta Accademia, i summenzionati Anna Aloi e Francesco Maria Spanò. Il volume, che si distingue anche per un’elegante veste grafica, cerca di fare chiarezza sulle circostanze storiche relative all’introduzione dello stoccafisso in Italia, e in particolare nel Sud, offrendo una nuova narrazione bastata su ipotesi originali, che mettono in discussione quanto finora tramandato. “La via italiana dello Stoccafisso” ha il grande merito di delineare una diversa ricostruzione rispetto a quella secondo cui fu il veneziano Pietro Querini a portare lo stoccafisso nel nostro Paese nel 1432. Il libro, che è frutto di una “ricerca collettiva e pluridisciplinare”, anticipa, infatti, di alcuni secoli l’arrivo dello stoccafisso in Italia e ne colloca il primo approdo lungo le coste del Sud Italia ad opera dei Normanni, discendenti dei Vichinghi, cioè gli “inventori” del metodo di conservazione di questo pesce tramite essiccazione. Un percorso affascinante, che tra storia, scienza e gastronomia segue la storia di un alimento che, proveniente dal profondo Nord, si è poi ampiamente diffuso come cibo europeo divenendo anche parte integrante della nostra dieta mediterranea. Una discussione entusiasmante e a più voci, che, trasmessa in diretta da palazzo Gagliardi, ha saputo ripercorrere, attraverso le varie discipline e i diversi punti di vista, le qualità di un alimento che è ingrediente principe di un’alimentazione che ha accomunato e continua ad accomunare Nord e Sud dell’Europa. La due giorni si è chiusa in bellezza, anzi, in bontà, con “La tradizione è di casa” a cura del ristorante Daffinà (VV), e poi, a seguire, “A tavola è già tardi”, con Domenico Galatà e Rosario Previtera, e, infine, il Cooking Show “Menù delle Feste con stoccafisso, patata della Sila igp e Zibibbo”, a cura di Anna Aloi, con lo chef executive Enzo Cannatà, Presidente dell’Accademia dello Stoccafisso di Calabria. In chiusura la degustazione esperienziale: “La Calabria a Tavola”, a cura dell’IPSEOA E. Gagliardi di Vibo Valentia.